Shakuntala fu data da suo padre al saggio Kanva, capo di un ashram della foresta. Il saggio la amò come una figlia e Shakuntala diventò una donna bellissima e umile. La sua voce era dolce e i suoi modi composti e garbati.
Un giorno, il grande re Dushyanta si trovò per caso a passare vicino all'ashram durante una battuta di caccia. Quando scorse la fanciulla si innamorò perdutamente della sua bellezza e della sua grazia, si propose a lei e la sposò in segreto. Dushyanta si fermò per la notte ma poi dovette ripartire e tornare nel suo regno. Le promise che avrebbe mandato qualcuno a prenderla e le diede il suo anello più prezioso, dicendole di non perderlo mai. Il fato volle che re Dushyanta fosse così occupato a governare il suo regno che si dimenticò del tutto di Shakuntala.
Shakuntala cominciò a preoccuparsi molto vedendo che suo marito non mandava nessuno a prenderla e la preoccupazione diventò panico quando scoprì di essere incinta. Il saggio Kanva decise di mandarla dal re, dove sarebbe stata accolta come regina. Shakuntala indossò bellissimi abiti di seta e partì per il regno di Dushyanta su una barca.
Cullata dalla fragrante brezza marina, si addormentò. L'anello regale le scivolò dal dito, cadde nell'oceano e fu inghiottito da un pesce, ma lei non si accorse di nulla. Giunse alla corte di Dushyanta e il re fu informato dell'arrivo di una donna che sosteneva di essere sua moglie. Ma lui non aveva ricordi di Shakuntala né del loro matrimonio e rifutò di riconoscerla come sua moglie. Quando lei cercò di mostrargli l'anello, scoprì di non averlo più al dito e fu costretta a tornare a casa.
Avvilita e delusa, Shakuntala disse al saggio Kanva che aveva deciso di andare a vivere nella foresta. Lui le diede la sua benedizione e lei se ne andò tutta sola. A tempo debito diede alla luce un bambino sano e bellissimo che chiamò Bharata.
Bharata diventò grande senza altra compagnia umana all'infuori di sua madre. Passava molto tempo nella giungla, affascinato dalle piante, dagli alberi e dalle bestie selvagge, e piano piano fece amicizia con tutti gli animali, perfino con leoni e tigri, che si lasciavano cavalcare sulla schiena. La madre gli insegnò tutto quello che un giovane principe doveva sapere e diventò abile con l'arco e con le altre armi. Sua madre lo istruì anche nelle Scritture, i Veda e le Upanishad. Bharata diventò un giovane bello, intelligente e coraggioso, un vero principe in esilio!
Un giorno un pescatore del regno di Dushyanta prese il pesce che aveva inghiottito l'anello reale scivolato in acqua dal dito di Shakuntala. Aprendo il pesce per cucinarlo vide l'anello del re e si precipitò a corte a riferirgli come lo aveva trovato. Quando vide il suo anello, re Dushyanta rammentò ogni cosa, si ricordò che si era innamorato della bella Shakuntala e che l'aveva sposata, e si pentì amaramente di aver mandato via la sposa gravida in quel modo così crudele.
Allora ordinò ai suoi uomini di cercare Shakuntala per tutto il regno. Finalmente uno dei suoi ministri gli diede la buona notizia: si inchinò davanti a lui e gli disse che i suoi uomini avevano trovato Shakuntala e il suo bellissimo figlio e che erano entrambi sani e salvi nel cuore della foresta.
Il re andò a prendere sua moglie e suo figlio, implorò il loro perdono, e con i dovuti onori li portò a palazzo, facendo di Shakuntala la sua regina. Anni dopo, quando re Dushyanta morì, Bharata divenne il re dell'antica India. Fu sovrano nobile e giusto e nel suo regno non esistevano né miseria né infelicità. Ecco perché l'India è anche conosciuta come Bharatavarsha, la Terra di Bharata.
Kheer
per 4 persone
1 litro di latte intero
60 gr di riso basmati
3 cucchiai di zucchero
Zafferano in pistilli, un pizzico
5 bacche di cardamomo
Burro, una noce
Mandorle affettate e tostate
In una padella dal fondo spesso sciogliete la noce di burro e fatevi insaporire il riso, che avrete precedentemente sciacquato, per un paio di minuti.
Versate il latte, unite i semi di cardamomo e lo zafferano, portate quasi ad ebollizione e lasciate cuocere a fiamma bassa per circa un’ora, finche il latte non si sarà ridotto della metà ed i grani di riso molto ben cotti.
Potete utilizzare uno spargi fiamma sotto la padella e girare spesso con un cucchiaio di legno per evitare che si attacchi al fondo. Poco prima di fine cottura togliete le bacche di cardamomo e aggiungete lo zucchero, mescolando bene per farlo sciogliere. Spegnete e lasciate raffreddare.
Servite tiepido in tazza, decorando con mandorle affettate e tostate. Molti aggiungono anche pistacchi (non salati). È buono anche freddo!
Il kheer, bravissimo! Mi piace molto e lo mangio spesso.
RispondiEliminaDel tuo vorrei pure la ciotolina :-)
interessante questo post, una picevole lettura.la ricetta poi molto particolare riporta a terre lontane, fa sognare...
RispondiEliminaLa ricetta è strepitosa e la farò assolutamente ma la storia mia ha affascinato, non la conoscevo.... Buona serata Ely
RispondiEliminaChe bella storia. Il kheer e' ottimo con quel suo aroma di cardamomo!
RispondiEliminaConfesso che inizialmente pensavo alla storia del nostro ex-premier in tour durante la campagna elettorale poi pian piano sono uscito dalla parte più scugnizza di me per arrivare ad intuire la delicatezza della storia e di questo dessert che non ho mai provato ma il cui profumo 'ad occhio' deve rimanere ben impresso...
RispondiEliminaSegno tutto facendo penitenza per la prima parte del commento :))
Un abbraccio e complimenti per il post
Che bella storia, non la conoscevo e non ho mai mangiato il kheer, ma credo mi piacerà molto. Ciao
RispondiEliminabellissima questa storia... e come sempre bellissime le tue foto! :-)
RispondiEliminap.s. il 26/27/28 sarò a salerno alla Fiera SposiMaNonSolo... se passi a farmi un salutino mi farà piacere! :-)
ma è moolto commovente questa storia!! splendida!! ma sei stato in India?? se è così...io cerco ricette indiane provate!!! tu postale eh!!!! Bravissimo!
RispondiEliminanon conoscevo la storia ne il kleer...grazie per questo post...ciao.
RispondiEliminabellissimo post, bellissima ricetta! non conoscevo questa ricetta, ma sembra buonissima!
RispondiEliminaUna storia bellissima, come lo è la ricetta d'altronde!
RispondiEliminaUn abbraccio grande!
Una bella storia e una ricetta strepitosa. Ciao Daniela
RispondiElimina@all ragazzi grazie a tutti per essere passati! sono sul divano e nonostante i termosifoni a palla non riesco a scaldarmi che freddo brrrr
RispondiElimina@gambetto sei il solito malpensante :)
@enza non sono riuscito a scriverti sul tuo blog, farò un salto per salutarti!
@caris sì ci sono stato due volte :) e ci andrei anche quest'anno...speriamo!
un aspetto strepitoso
RispondiEliminaMa che bella storia, l'ho letta tutta ad un fiato! Ha il suo fascino l'India e il tuo Kheer non è da meno! M'incuriosisce tanto...lo voglio provare! ;)
RispondiEliminaNon so se mi abbia affascinato più la storia o la ricetta. Anzi sai cosa mi picerebbe fare? Rileggere la storia gustandomi quella bella ciotolina di Kheer. Dev'essere delizioso. Un bacione
RispondiEliminaLa storia che hai raccontato mi è piaciuta tantissimo...e alle fine vissero felici e contenti!! Il basmati è troppo buono e la ricetta gustosa.
RispondiEliminaAffascinante questa storia!! E che delizia il tuo kheer.... Mi piacciono molto i dolci con il riso, devo proprio provarlo! :)
RispondiEliminammmmmmmmm, da provare assolutamente! Bravo gio ;-)
RispondiEliminaChe bella storia... e che bella ricetta, mi hai fatto ricordare un dessert che amo molto e che non faccio da tanto tempo!
RispondiEliminaAhhhh Gio quanto mi piace questo! Lo rifarei subitizzimo, ora e qui.
RispondiEliminaUn bacio in fronte a te per raccontarci questa splendida storia sulle donne, gli uomini, la foresta, i pesci e i nomi. ib
RispondiEliminaNon conoscevo questa storia. L'ho letta con vero piacere.
RispondiEliminaBella ricetta.
Una storia davvero affascinante, e piena di "chiavi di lettura" come tutte le storie radicate nel colletivo di un popolo..
RispondiEliminala prendo come un piccolo segno, dato che proprio oggi un mio collega, appena rientrato dal Bangladesh suo paese natìo, mi ha fatto avere le spezie DOP... e ben vengano ricette adatte ad esserne valorizzate!
(...ma poi non Bharata non c'entra nulla con il Mahabharata?)
Che bella la storia Giò e la ricetta è una gran bella novità per me!! Un abbraccio
RispondiEliminaps.voglio la ciotola:-))
Ciao Gio!!
RispondiEliminaanzitutto buon anno!!!
Approfitto del tuo blog per informarti che a causa di un problema tecnico il mio blog "la pappa al pomodoro" ha subito una lieve modifica nell'indirizzo.
Il nuovo indirizzo comprende una "a" in più ed è diventato:
www.lapappaalpomodoro.com
Laddove tu abbia il piacere di continuare a seguirmi ti chiedo la cortesia di aggiornare la tua blogroll.
Ti sarei inoltre enormemente grata se volessi aiutarmi a difforndere la notizia del cambio del mio indirizzo.
Grazie Silvia
ci vengo di corsa, ci avevo già provato pirma ma non c'ero riuscito :)
Elimina@all ho un problema con blogger non riesco a lasciare commenti ad alcuni di voi, è un problema generale di blogger?? grazie
RispondiEliminaGio, grazie! Sono contenta che ti piaccia! Il tuo post è bellissimo, mi piace tanto anche il kheer!
RispondiEliminaAnch'io ho molti problemi a lasciare commenti!
Un bacione
mannaggia quanto mi spiace nn poter leggere tutto il post che dev'essere bellissimo ma stamane nn ho proprio tempo!!!! questa ricetta la fa' sempre mia suoce ma in versione salata che usavano fare quando la dispensa era vuota!!! un gg postero' la ricetta! ^.^ buon giorrrno!!!
RispondiElimina...un'altra!
RispondiEliminavoglio un'altra storia con piatto finale, mi sono incantata a leggere e questa storia che(ahimè ignorante) non conoscevo
come non conoscevo questa ricetta :)
***
Cla
complimenti, sembra un piatto delizioso! un bacio :)
RispondiEliminaDushyanta non si sarebbe mai innamorato di me vedendomi sculettare in cucina di sabato mattina... e forse nemmeno in discoteca di sabato sera.
RispondiEliminaLa tua foto è stupenda ed il soggetto mi sembra un dessert molto interessante. Salvato e da provare!
Abbracci a profusione!
consolati si tratta di gente vissuta qualche migliaio di anni fa eh eh eh
EliminaMa quindi é una sorta di riso e latte?? Che meraviglia, sembra davvero splendido e grazie per la storia :)
RispondiEliminabenvenuta! sì in effetti è molto simile ma speziato alla maniera indiana :)
EliminaOra posso andare a letto con il cuore gonfio di gioia per il lieto fine della meravigliosa storia...certo con un cucchiaio di questa bharatavarsha sarebbe davvero tutto perfetto, sai che sogni!
RispondiEliminaBaci
E questa ricetta me l'ero persa! Ma soprattutto il racconto, troppo bello e interessante! Ps: io se fossi stata la moglie ripudiate col cavolo che gli avrei dato la soddisfazione di tornare a corte, dopo tutto il mazzo (per nn dire altro..) nella foresta! scusa ma come si dice a Roma, quando ce vò ce vò! :)))
RispondiElimina... ed ecco perché uno dei poemi epici indiani più conosciuti è il Mahabharata. Hai mai visto la versione cinematografica? E' un po' una rottura perché in inglese sottotitolato... però mi è piaciuto. Vedo che anche tu stai attraversando un "periodo" indiano. A me le ricette di quel paese piacciono molto anche se, si sa, l'India è un vero e proprio continente... anche gastronomicamente parlando!
RispondiEliminaIl tuo kheer dev'essere eccezionale! Grazie per la ricetta.
Mi spiace che tu non mi riesca più a commentare, ma non fartene un cruccio, prima o poi la cosa si risolverà (speriamo, perché il malfunzionamento di blogger da molti fastidi anche a me...).
Un abbraccio e grazie anche per avermi avvisato sul mio blog "alternativo".
Da provare assolutamente...adoro la cucina indiana e le spezie in generale!
RispondiEliminaun caro saluto
elisa
bellissima questa storia, non la conoscevo, e bellissima la ricetta in casa mangiamo spesso piatti dai sapori indiani, la prossima volta la accompagno con questo riso.
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